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Da quando Facebook ha iniziato ad occupare il primo posto tra i social network più famosi  del Mondo, l'interesse di aziende e brand al Mondo del social network è aumentato costantemente nel corso degli anni.

Sempre più aziende medio-piccole decide di lanciarsi nel Mondo della "promozione virtuale", creando pagine su Facebook che consentano di dare visibilità alla propria attività lavorativa.

Ma non esiste solo Facebook...

Lo sanno bene i marchi più famosi del Mondo e i Brand come Coca Cola, Pepsi, Apple etc.

Da anni sta cavalcando la cresta del successo nel mondo russo un social network noto come VKontakte, un social che molti hanno definito come una vera e propria copia russa di Facebook.

Ma le differenze con il social network blu sono tante: partendo dal fatto che per iscriversi fino a poco tempo fa era necessario un invito da parte di un altro membro ( una scelta volta a limitare lo spam sulla piattaforma), il controllo di dati su VKontakte è molto inferiore rispetto a facebook.

Vi sarete infatti imbattuti in qualche video in streaming caricato su VK, e che pur non essendo legale al 100% rimane online senza alcun tipo di problema burocratico o altro.

Inoltre la platea a cui si rivolge VK è costituita da oltre 160 milioni di utenti, la maggior parte dei quali è molto attiva sul servizio.

Ritornando quindi alla questione principale di questo articolo, creare una pagina su VK non può e non deve essere l'unica mossa per dare maggiore visibilità alla propria azienda.
Un social come VKontakte , con le caratteristiche sopra citate,si presta ad essere un ottimo strumento per sponsorizzare anche attività secondarie che possono avere successo in un Paese come la Russia.

Per le piccole aziende di trasporti può rivelarsi un passo importante una "pagina aziendale su VKontakte" che può portare all'azienda nuovi contatti, fornitori etc., che su Facebook sarebbe impossibile trovare a causa dell'alta concorrenza.
Una scommessa senza ombra di dubbio, ma che potrebbe riservare ad aziende di ogni tipo sorprese e successi inattesi: vale la pena tentare?