Facebook e la bufala sul Ministero degli interni

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Già tempo fa questa bufala aveva fatto il giro del social network più famoso del mondo in Italia: stiamo parlando della finta notizia riguardante il ministero degli interni , che nelle ultime settimane sta facendo il giro di facebook.

Tempo fa la notizia era stata attribuita nello specifico alle Poste italiane, accusate di aver ottenuto l'accesso e le autorizzazioni necessarie a spiare ogni profilo su facebook . Ecco il testo sotto accusa:

"“Dichiaro quanto segue: Qualsiasi persona o ente o agente o agenzia di qualsiasi governo, struttura governativa o privata, utilizzando o il monitoraggio di questo sito o qualsiasi dei suoi siti associati, non ha il mio permesso di utilizzare informazioni sul mio profilo, o qualsiasi parte del suo contenuto compaia nel presente, compreso ma non limitato alle mie foto, o commenti sulle mie foto o qualsiasi altra «immagine» pubblicata nel mio profilo o diario. Sono informato che a tali strutture è strettamente proibito divulgare, copiare, distribuire, diffondere o raccogliere informazioni o intraprendere qualsiasi altra azione riguardante o contro di me tramite questo profilo e il contenuto dello stesso. Divieti precedenti si applicano anche ai dipendenti, stagisti, agenti o qualsiasi personale sotto la direzione o il controllo di dette entità. Il contenuto di questo profilo è privato e le informazioni in esso contenute sono riservate al circolo di persone alle quali esso è destinato. La violazione della mia privacy è punita dalla legge. UCC – 1 – 308 – 1-103. Facebook è ora un’entità quotata in borsa. Tutti sono incoraggiati a pubblicare un bando come questo, o se preferite, è possibile copiare e incollare questa versione. Non pubblicare tale dichiarazione almeno una volta, indirettamente permette l’uso di oggetti quali immagini e informazioni nei vostri aggiornamenti di stato pubblici.”"

Numerose le foto condivise ( alcune delle quali hanno come protagonista Mario Monti), che accusano il governo di spiare i cittadini anche sul social network.

Molti gli utenti che hanno preso a cuore la questione con commenti e lunghi status personali per difendere giustamente la propria privacy.

La notizia tuttavia è fasulla: per poter accedere alle informazioni e ai dati su facebook è necessario un iter giudiziario che deve essere giustificato da validi motivi. Solo in quel caso ( parliamo di accuse in caso di omicidio e in generale accuse importanti nell'ambito penale), i nostri dati possono essere controllati da enti esterni.

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