Cosa si può dire sui social network: lo Hate Speech

linguaggio social network
Con l'introduzione dei servizi/piattaforme di social networking sono nate anche una serie di interessanti questioni relative in particolare ai contenuti pubblicati su tali servizi.

Uno degli "argomenti caldi" degli ultimi tempi è sicuramente quello che riguarda l'Hate Speech sui social network più famosi ( Facebook, Twitter, etc.).

Cosa si può dire e cosa non si può dire/pubblicare sui social network più famosi del Mondo?

La risposta a questa domanda non è affatto semplice: i social network più importanti hanno creato team di esperti che controllano proprio i contenuti pubblicati dagli utenti.

Per fare l'esempio di Facebook, Dave Wilner è a capo della sezione che decide se i contenuti degli utenti su Facebook sono adatti oppure no. Ma le regole su cui basarsi quali sono? Possono essere considerate universali ?

A stilare le regole per quanto riguarda Facebook è stato lo stesso Dave Wilner, ma come certamente ricorderete più di una volta Facebook è andata incontro a problemi relativi a questo aspetto ( uno degli ultimi eventi che ha suscitato allo stesso tempo ilarità e perplessità è stata la censura di un'opera d'arte ritenuta erroneamente un "contenuto per soli adulti").

Twitter è il social più aperto alle opinioni degli utenti e ha regole un pò meno restrittive rispetto a quelle di Facebook, anche se il tema del social dei tweet cerca di assicurare sempre la massima sicurezza contro messaggi razzisti, omofobi etc. ( non sempre riuscendoci).

Insomma lo Hate Speech ( che significa "linguaggio dell'odio") assume diverse connotazioni sui vari servizi di social network, e non sempre vengono definite ed applicate le regole alla stessa maniera.
Ciò che può essere censurato e ciò che non deve esserlo è qualcosa che viene definito in maniera abbastanza arbitraria da chi ha le redini del servizio ( o nel caso specifico da chi è responsabile della funzione di controllo).


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