Facebook: una porta virtuale sul mondo reale


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Facebook c’è. I dati dicono che più di una persona su 8 al mondo possiede un account Facebook.
“Per rendere il mondo più aperto e connesso” è la missione di Facebook.  Ma può davvero un social netwrok fare questo? Se ci pensiamo parliamo pur sempre di un mondo virtuale e la missione non si riferisce al mondo del web, ma a quello in cui viviamo. Al mondo reale. Possono davvero queste due realtà interagire tra loro fino ad aiutarsi a vicenda? O meglio, può davvero Facebook aiutarci ad essere più aperti e connessi al mondo “reale”?


L’uso di facebook si è esteso progressivamente tra le donne e gli uomini, così come tra gli studenti e  i professionisti, tra i giovani e i meno giovani. In qualche modo questa piattaforma sociale mette tutti d’accordo e solletica la curiosità di tutti offrendo una realtà (virtuale) che soddisfi tutti. In questa grande arena delle persone si incontrano ma non solo: condividono, si conoscono si divertono, imparano ad usarne le molteplici funzioni (inserire file mp3, creare dei sondaggi, taggare amici e molte altre), che lo rendono “il social network”, il fenomeno mediatico che tutti conosciamo.

Facebook è cresciuto in maniera esponenziale dal 2004, anno del suo lancio. È cresciuto in termini di funzioni e di interazione, interazione tra gli utenti (amici) ma anche video e link che creano interazione con il servizio stesso.  
Dalla semplice rete di amici si è passati alla condivisione più “intima” di interessi (le fan page), ed ora facebook è in grado di mettere in contatto non solo privati, ma anche aziende e professionisti. I freelance fanno molto riferimento a questo social network per ampliare la loro rete di conoscenze, soprattutto di collaboratori, creando attorno a se stessi ed ai servizi offerti una vera e propria rete.

 Una rete che si riflette di conseguenza nel mondo reale, e dal contatto online si passa a quello più concreto, lavorativo, nel caso dei professionisti freelance.  Ci viene quasi da pensare: ma come si faceva prima di facebook? Il social network di Zuckerberg è da considerarsi alla stregua di una vera e propria invenzione. Ha re-inventato i social network (che esistevano già), ma ha inventato come sfruttare tutti gli optional  che ruotano attorno ad esso. Ne ha inventato contenuti nuovi, e li ha resi alla portata di tutti, usufruibili.
Un esempio di come questo è accaduto può  essere rintracciabile nelle applicazioni Facebook, che sono peraltro in continua crescita. Ci sono 9 milioni di apps disponibili al momento.

 La principale caratteristica delle applicazioni Facebook è quella di rendere il profilo dell’utente unico e speciale. Questa è la loro forza. Le apps coprono diverse categorie: divertimento, giochi, produttività, e quelle che ci aiutan ad organizzare meglio il nostro profilo e di conseguenza noi stessi, come calendari e agendine virtuali con le quali pianificare le proprie settimane. 

Ci sono apps che permettono di caricare e/o di creare video, che si possono postare sulla propria pagina e condividere con i propri amici. Con la app RSS Graffiti, ad esempio, si può condividere direttamente il contenuto del proprio blog al profilo Facebook.  Con altre applicazioni si può giocare: Farmville è diventato uno dei giochi più seguiti su Facebook.

È interessante dunque notare come uno strumento virtuale come un social network sia in grado di interagire con il mondo esterno al punto da invogliare un utente ad intraprendere nuove attività e a dedicarsi a nuove passioni, condividendo queste come esperienze reali nella ragnatela fatta di sogni e proiezioni che è il web. I miracoli di Facebook.

Il mondo virtuale nasce come rappresentazione diversa di ciò che è il mondo reale, si ispira ad esso e ce lo rappresenta in forme e linguaggi diversi, alternatvi. Possiamo affermare, oggi anche grazie a Facebook, che è anche viceversa?  

Roberta Martucci Schiavi, web writer freelance per twago.

L’articolo in questione è stato scritto da una nostra lettrice. Prova anche tu a scrivere un articolo sui social network e ad inviarcelo per mail: saremo ben lieti di pubblicarlo”

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